Agricoltura e pesca, il futuro si decide in Europa.
L’agricoltura deve puntare su cibo sicuro e di qualità, sostenibilità, stagionalità, km zero, criteri etici nella selezione dei prodotti e niente additivi.
Bisogna dare priorità alla distribuzione di prodotti freschi rispetto a quelli trattati, così da incoraggiare abitudini alimentari più sane tra i cittadini. Consumatori e produttori vanno ascoltati di più soprattutto adesso che le Istituzioni europee sono al lavoro per scrivere la politica agricola comune (PAC) del futuro, quella 2021-2027.
L’Unione europea è il principale attore mondiale per commercializzazione dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura. Nell’industria della trasformazione sono attive circa 3.500 imprese. La maggior parte della forza lavoro del settore si concentra in alcuni Paesi: Spagna, Italia, Grecia e Portogallo, l’unicità del Mar Mediterraneo va dunque salvaguardata dagli attacchi dei Paesi del Nord Europa.
La globalizzazione ha tuttavia cambiato il volto di questo settore: non siamo più un popolo di navigatori visto che il 70% del pesce consumato in Italia è di importazione.
La concentrazione del mercato e il sistema logistico centralizzato della grande distribuzione hanno avuto un impatto negativo sulla pesca artigianale. Bisogna invertire rotta.