Quel che emerge dal problema e che alimenta le nostre preoccupazione è la mancanza di un monitoraggio completo e tempestivo sul fenomeno in Regione Campania. Di fatto sappiamo solo di un fenomeno si aggrava di anno in anno e che gli interventi prodotti non sono serviti a molto. Ad oggi non ci sono dati certi, non c’è una strategia e quindi non c’è una completa consapevolezza della gravità del problema.
Nel mio Cilento quest’anno ho personalmente constatato la presenza di questi animali a su territori fino ad oggi mai investiti dal problema. Tutte le istituzioni locali, sindaci, Parco Nazionale e associazioni di categoria, sono allertate e preoccupate al punto da invocare più volte l’intervento del Prefetto proprio per problemi di pubblica sicurezza.
Chi si è visto distruggere più volte le proprie coltivazioni a fronte di indennizzi poco più che simbolici (ma che pur gravano per almeno 2ML di Euro annui sulle casse regionali) sceglie alla fine di non seminare più. Non possiamo rischiare che i nostri agricoltori, soprattutto nelle zone interne, rinunciano alla costante opera di manutenzione che garantisce la tutela dal dissesto idrogeologico.
Nono possiamo rischiare che venga mento un presidio indispensabile nei i territori più isolati della nostra regione e disperdere l’opera di chi oggi garantisce la bellezza del paesaggio e il futuro del Made in Italy agroalimentare.
Quella degli animali selvatici è infatti non è solo una minaccia diretta e immediata alla sicurezza delle persone ma, se non prendiamo provvedimenti, ma una minaccia che può aggravare le condizioni di vivibilità in quelle aree oggi più soggette a spopolamento.
Non dimentichiamo infatti che in Italia ci sono diecimila incidenti stradali all’anno causati da animali selvatici con 13 morti nei primi nove mesi del 2019 contro gli undici registrati in tutto l’anno precedente.
Da ultimo spero che il problema venga affrontato e risolto per quello che è, senza condizionamenti ideologici che sterilmente contrappongono il mondo della caccia e il mondo degli ambientalisti. A questo proposito voglio solo ricordare che nel Salento, in Puglia alla luce dei danni arrecati alla riserva Le Cesine WWF e ambiti di caccia hanno iniziato un confronto sulle possibili soluzioni del problema. E’ il segno che, come diciamo da tempo, la questione va affrontata con tutte le parti coinvolte lasciando stare ogni posizione ideologica e pregiudizievole.