Ospedale Roccadaspide senza personale

La sanità svedese, come la descrive il nostro governatore, è la stessa che ci rimanda immagini di pazienti divorati da formiche, di degenti curati sui pavimenti delle corsie, di ospedali che si allagano alle prime piogge autunnali. E’ la sanità di una regione con il più alto tasso di mortalità post parto e che ha raggiunto livelli record di emigrazione sanitaria. In Campania le liste d’attesa restano bibliche e il tentativo di far tornare i conti ridimensionando presidi, smantellando ospedali storici, chiudendo centri nascita ha prodotto come unico risultato la peggiore qualità dell’assistenza nella storia della nostra regione. Sono passati trent’anni dalla costruzione dell’ospedale di Roccadaspide, quello che doveva diventare la struttura sanitaria strategica per il nostro Cilento.

Oggi, di fronte ad un lento depotenziamento, non c’è politico che non abbia speculato sul suo rilancio e sulla sua ripresa operativa a pieno regime. La realtà è che tutti partecipano alle inaugurazioni ma nessuno si preoccupa di una programmazione organica delle nostre aree interne tale per cui la struttura possa veramente diventare strategica. Oggi l’Ospedale di Roccadaspide è classificato DEA. Bene. Anzi male. In ortopedia sono rimasti 2 ortopedici e in radiologia 2 radiologi e, in caso di emergenza, non c’è neppure un cardiologo. Si assiste quindi a un calo della domanda e a un esodo di professionisti che, pur di accrescere la propria esperienza e professionalità, scelgono di andare altrove. In quest’ottica noi siamo con i cittadini che pretendono il sacrosanto diritto alla salute, in qualunque comune del Cilento risiedano, e continueremo a lavorare affinché questo diritto sia garantito.