Stop nuovi impianti crematori. La Regione Campania rediga il piano.

Vogliamo inserire un emendamento nella legge di bilancio al fine di sospendere ad horas tutte le procedure in corso per la realizzazione di nuovi forni crematori in Campania, in attesa del Piano di coordinamento previsto dalla legge vigente. Una questione che, in provincia di Salerno, sta particolarmente a cuore ai cittadini dell’Agro, in particolare quelli di Sant’Egidio del Montalbino e Roccapiemonte, e a quelli di Salerno, visto che nella città capoluogo si progetta un crematorio che dovrebbe servire perfino gli abitanti della Basilicata.

È datata 30 marzo 2001 la legge nazionale che demanda alle regioni l’elaborazione di piani di coordinamento per la realizzazione dei forni crematori da parte dei comuni, piani che devono tener conto della popolazione residente, dell’indice di mortalità e dei dati statistici sulla scelta crematoria da parte dei cittadini di ciascun comune. A 18 anni da quella legge, in Campania non c’è traccia di alcun piano di coordinamento con il risultato che spuntano come funghi, un po’ ovunque. dei forni crematori, senza tener conto di alcun fabbisogno né tanto meno dell’impatto sull’ambiente.

Il comma che sarà introdotto nella legge di Bilancio che dovrebbe essere licenziata a fine anno, salvo slittare a febbraio, congelerà tutte le progettualità in corso nei comuni.

Su invito di Cammarano erano presenti infatti i rappresentanti dei comitati di vari comuni campani: Roccarainola e Camposano della provincia di Napoli, Sant’Egidio del Monte Albino e Roccapiemonte del salernitano, il Comitato nocerino “La fine della vergogna”, i deputati del Movimento Marianna Iorio e Nicola Grimaldi e l’ex sindaco di Castelvolturno Dimitri Russo , in rappresentanza di Stefano Graziano , presidente della V Commissione Regionale Sanità e Sicurezza Sociale.

I portavoce dei comitati hanno posto sul tavolo le preoccupazioni ma anche il grande peso in termini di inquinamento ambientale che i rispettivi territori, da una parte la piana di Acerra, dall’altra l’Agro Nocerino Sarnese, sono già costretti a sopportare.

Limite il caso di Sant’Egidio e Roccapiemonte dove, includendo il forno crematorio in funzione a Cava de’ Tirreni dal 2013, nell’arco di 10 chilometri sarebbero ben 3 gli impianti di cremazione.

A Sant’Egidio del Monte Albino in tre mesi il comitato presieduto da Alessandra Petrosino , con il supporto della presidente della Pro Loco, Angela De Rosa , e dell’ingegnere Francesco Saverio Minardi , che, studi alla mano, sta sostenendo l’azione di opposizione e di sensibilizzazione della popolazione, si è riusciti ad ottenere lo stop dei lavori grazie ad un cambio di marcia dell’amministrazione comunale. Ciononostante il consorzio “Azimut”, società con un capitale da appena 2,5 euro, stando a quanto denunciato in Regione dalla presidente del comitato, ha fatto ricorso al Tar. La sospensiva annunciata da Oliviero potrebbe rimettere tutto in discussione.